Page:Voltaire - Œuvres complètes Garnier tome36.djvu/341

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gode ora di tutti questi applausi insieme nella capitale del mondo, della quale ella fa il principale ornamento.

Non nieghero all’ Eminenza Vostra le sue umanissime e pregevolissime lettere aver prodotto in me un avidissimo desiderio di vedere l’alma città di Roma, sede di tutte le belle arti. Pochissimi sono tra noi i mezzi d’istruirsi nella cognizione della lingua italiana. Ho letto alcuni autori del seicento ; ma il Marchetti[1], l’Orsi[2], il Filicaia[3], e molti altri, mi sono noti solamente di nome. Mi sono inoltre ben’ accorto della necessita di praticare una lingua, e di fermarsi alcuni mesi almeno nel paese per impossessarsi delle sue delicatezze ed espressioni proprie. Mi rincresce molto d’essere più pratico della lingua inglese che dell’ italiana. Ma sono stato un anno intiero in Londra, e vi feci il mio capitale d’ingegnarmi a fare una intima conoscenza colla lingua troppo libera di questo popolo troppo libero. La sua durezza e barbarie, per quanto sia addolcita dai buoni autori inglesi, non è per certo d’essere paragonata colla purita e la naturale eleganza della lingua italiana.

Non posso non chiamare crudele il mio destino, quando rifletto che la continuata infermità, che va distruggendo la mia vita, mi toglie la consolazione di andare a Roma, e di pagare in persona quel tributo di sincera venerazione che unicamente le porgo nelle mie lettere.

Risento colla grande vivezza dell’ animo i pregiati suoi favori, e le sarei infenitamente tenuto, se si degnasse d’inviarmi le opere del marchese Orsi, delle quali Vostra Eminenza mi parla nella sua ultima riveritissima lettera.

Credo bene che il nostro Boileau fu troppo rigoroso verso il gran Tasso. Sono in esso alcuni concetti, alcune freddure, lo confesso ma se ne trovano ancora nel Virgilio.

Num capti potuere capi ? Num incensa cremavit
Troja viros ?

(’aen’., liv. VII)
  1. Né en 1633, mort en 1714. Marchetti était à la fois poëte, philosophe et mathématicien. Sa traduction d’Anacréon, et surtout celle de Lucrèce, sont très-estimées. (A. F.)
  2. Le cardinal Orsi, né à Florence en 1692, est mort à Rome en 1761. Son principal ouvrage, l’Histoire eccléstastique, est une réfutation de celle de Fleury.
  3. Célèbre poète lyrique, né en 1642, mort en 1707 ; son beau sonnet sur la Destinée de l’Italie est dans la mémoire de tous les Italiens  :
    Italia ! Italia ! ô tu cui feo la sorte
    Dono infelice di bellezza …