Donne, fatemi honore, habbiate gli occhi,
E non mi disprezzate o haver a schivo,
Perche cosa non è che più vi tocchi
Di me, nè che vi prema più su’l vivo,
E ancorchè i fatti vostri spesso adocchi,
Per questo non gli noto, nè gli scrivo ;
Anzi son diligente oltra misura
Nel coprir i diffettidi natura.
Io son al mondo tanto aventurato
Che quasi non vorrei esser nasciuto,
Poichè, misero me, son bastonato
In vite, e in morte ogn ’hor pesto e battuto ;
Pur tanta contentezza hò in similstato,
Che io fo tacer la cetra e il liuto,
E mentre ch’un mi batte e mi martella,
Col ferro aliri si foran le budella.
Pria di mia madre nasco,
E ogni gran bocca pasco.
Ne si tosto son nato che io camino.
Ne mai più al padre mio torno vicio.