Page:Joseph Louis de Lagrange - Œuvres, Tome 14.djvu/262

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hanno tenuto, e mi tengono tuttora eziandio, non poco occupato. Nell’ultima lettera che io ebbi l’onore di scriverle, le dimandai se ella avea letta l’opera euleriana intitolata Methodus maximorum et minimorum, perciocchè 10 le stava facendo sopra alcune piccole riflessioni ma ella mi rispose tosto che non aveva mai veduta detta opera, onde io conobbi che non poteva parteciparle niente di dette mie meditazioncelle, perchè esse supponevano una perfetta notizia del libro e delle materie. Se non fossero stati alcuni disturbi che m’hanno impedito, ne avrei probabilmente stampato il risultato di esse mie speculazioni con le sufficienti notizie. Ma non potendo, mi sono contentato di communicarle al signor Euler, autore di detto libro, il quale mi ha riposto con una onorevolissima lettera, esortandomi insieme a continuare a travagliare su detta materia che egli stima capace di essere ancor di molto approfondita. Essa non consiste in altro che nel tanto celebrato problema degli isoperimetri trovato prima dai fratelli Bernoulli, e di cui si rinvengono i principii nelle loro opere, e che fu poscia ridotto in formole e portato alla quasi massima possibile universalità nella detta opera euleriana. Ma il signor Euler per far questo ha seguite le traccie dei primi inventori, servendosi di cette coss truzioni lineari ridotte per altro da esso a molta semplicità e perfezione. Laddove io coi puri primi principii del Calcolo differenziale, senza veruna linear coss truzione, mi sono aperta la strada a trovar esse formole tutte con altre molto più astruse, facendo in poche righe star quelle risoluzioni dei detti problemi, per cui egli ha nel suo libro impiegate delle pagine tre e quattro di calcolo. Queste mie si fatte cosuccie non mancherò, certamente di pubblicarle al più presto che mi sarà possibile. Se V. S. per altro ne desiderasse prima qualche notizia, non avrebbe che a comandarmi, avendole io ora ridotte a forma assai intelligibile per poco che si abbia di cognizione in detta materia. Questo è quanto io posso al presente dire a V. S. intorno a'miei studii matematici, de'quali mi si wd sempre mostrata per sua infiriita bontà non poco affezionata ; e questo potrà anche in parte servire per mia giusta discolpa del silenzio coss i lungo sinnww ora usatole. Del resto non debbo tacerle l’impiego di fresco da