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LAGRANGE AU MARQUIS DOMENICO CARACCIOLI.
Berlin, 13 octobre 1781[1].

Ho ricevuto questa settimana le due lettere con cui mi avete onorato da Napoli, l’una in data de’ 13 agosto, l’altra de’ 12 settembre. Risponderò dunque ad amendue con questa sola, e comincerò da quella in cui mi domapdate il mio parère interno ad alcuni punti della teoria de’proietti, sebbene la mia risposta non ritrovandovi in Napoli non potrà esservi di quell’uso, a che l’avevate destinata. Quanto al primo, cioè se il Galileo abbia supposte omogenee le forze della gravita e della impulsione, rispondo francamente di no ; anzi dico che egli non ha considerate queste forze in se stesse, ma solamente i moti da esse prodotti. Il suo processo è questo egli chiama moto uniformemente accelerato quello, nel quale la velocità va crescendo secondo che cresce il tempo, e da questa sola definizione ricava poi geometricamente le altre proprietà di questa specie di moto. Ma per poter paragonare i moti fatti sopra diversi piani inclinati egli suppone di più questo principio, che le velocità acquistate nello scendere per piani diversamente inclinati, ma ugualmente alti, siano sempre uguali. Con questo supposto egli dimostra tutte le proprietà de’ piani inclinati, fra le quali la più hella è l’uguaglianza de’ tempi delle scese per tutte le corde di un cherchio, terminate al punto più basso. Per prova che la supposta legge di accelerazione sia appunto quella che sieguono i gravi naturalmente discendenti, il Galileo accenna solo alcune esperienzé fatte con piani inclinati, ed afferma averle trovaté sempre d’accordo colle conclusioni dimostrate. Nella prima edizione de’ dialoghi, fatta in Leida

  1. La copie de cette lettre a été trouvée dans les papiers du comte Ludovico Morozzo, mort en 1804. Elle a été communiquée à l’Académie des Sciences de Turin, le 28 janvier 1872, par son président,le comte F. Sclopis, et publiée dans les Atti de la savante Compagnie, vol. VII, dispensa 3a (janvier 1872).