de M. Henri Amic et de Mme H. Lecomte du Nouy née Oudinot de Reggio[1].
- ↑ Je ne crois pas être indiscret en dévoilant le nom
de l’auteur anonyme d’Amitié amoureuse, du collaborateur mystérieux de M. Henri Amic dans En regardant
passer la vie..., car M. J. Bertaut l’a révélé, dans la Revue hebdomadaire du 21 février 1903 (Chronique des livres, p. 342) : « Mme Lecomte du Nouy, qui, je ne sais
pourquoi, persiste à signer du seul nom de « l’auteur
d’Amitié amoureuse », est celle qui, l’an dernier, publia
ce livre poignant et si tragiquement sentimental qui s’appelle Mater dolorosa et qui est bien l’une des plus admirables analyses d’une crise d’âme terrifiante... ».
Le secret n’a pas été mieux gardé par Ugo Ojetti ; je reproduis ici le début de son article Ricordi di Maupassant (La Giostra, Catania, a. II n. 2, septembre 1903) :
« Se io potessi essere qualcosa o meglio qualcuno e mi si chiedesse chi, risponderei senza esitare: Guy de Maupassant. E accetterei lo spasimo della sua fine pur di aver scritto Une vie, Notre Cœur e la Maison Tellier. So tutta la sciocchezza di questa sfida inutilmente eroica: e mi adatto subito con tranquillità a scrivere soltanto un articolo, - sopra tutto perchè è un articolo in cui posso parlare di lui.
« Or sono due anni, in un pranzo, a Parigi, fui presentato a una signora bionda, non più snella e non più giovanissima, ma di una vivacità cosi impulsiva e cosi varia nella conversazione che mi fece pensare a Matilde Serao. Era la signora Lecomte de Nony [sic] nel 1898 arrivata d’un lampo alla celebrità con quelle delicate e squisite lettere d’Amitié amoureuse che tengono della sottile casistica di Stendhal e della profonda umanità di Maupassant, e che pure ella aveva pubblicate da Calmann Lévy, sotto il velo dell’anonimo. Per due ore la ascoltai massacrare con tutta una fucileria di definizioni
