Page:Lumbroso - Souvenirs sur Maupassant, 1905.djvu/53

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de n’avoir pas celles qu’on ne peut pas encore publier ! Enfin, il doit y avoir, quelque part, la piste de quelques particularités curieuses, comme celles, bien humbles pourtant, qu’a révélées Mme Lecomte du Nouy dans son livre : En regardant passer la vie...

Quant à moi, j’ai pu recueillir quelques souvenirs personnels de Mme Laure de Maupassant - la mère

    dalla memoria dei dieci chroniqueurs che fanno o rinnovano le rinomanze, lasciandolo intatto aU’ammirazione del gran pubblico e alla devozione dei pochi amici. Si parla poco di lui come si parla poco di Flaubert : anche meno, perchè Flaubert nelle lettere o nella prefazione alle opere di Bouilhet [sic] ha fatto della critica ed emesso canoni estetici relativamente corrispondenti ai suoi libri, laddove Maupassant ha di critica scritto soltanto la prefazione a Pierre et Jan [sic]. Non si possono citare parole sue a difesa d’una disputa letteraria, bisoguerebbe citare quel ch’egli ha fatto : è troppo, e troppo poco. La sua prosa è un sottile cristallo sulla realtà : quella degli altri, da Balzac a Zola, dai Goucourt a Daudet, è una lente che deforma e trascolora, poco o molto.

    « Cosi la sua opera sembra pura e chiara come fosse antica e non fossero appena dieci anni trascorsi dalla morte di lui.

    « La sua fantasia fu così originale che commediografi e romanzieri - primo il d’Annunzio nell’Innocente - seguitano a trarne temi come da un vivaio infinito si traggono a questi tepori di aprile propagini per tutti i campi e per tutti i giardini. Eppure essa fu sempre e soltanto la continuazione di un qualche dato reale anche minimo, e lo scrittore potè così mantenere quella logica fissa e definitiva che fa rassomigliare certe sue novelle alla dimostrazione d’un teorema geometrico euclidéo ».