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ANNEXES


IV

Voir page 68


Quanto si gode, lieta e ben contesta
Di fior, sopra crin d’or d’una, grillanda,
Che l’altro inanzi l’uno all’ altro manda,
Chome ch’il primo sia a baciar la testa !
Contenta è tucto il giorno quella vesta
Che serra ’l pecto e poi par che si spanda,
E quel c’oro filato si domanda
Le guanci’ e ’l collo di tochar non resta.
Ma piu lieto quel nastro par che goda,
Dorato im punta, con si facte tempre,
Che preme e tocha il pecto, che gli allaccia.
E la schiecta cintura, che s’annoda,
Mi par dir seco : qui vo’ stringier sempre. —
Or che farebon dunche le mie braccia !

(Poésies, VII)


V

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Quando un di sto, che veder non ti posso,
Non posso trovar pace in luogo ignuno ;
Se po’ ti veggo, mi s’appicca adosso,
Come suole il mangiar fa al digiuno.

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Com’ altri il ventre di votar si muore,
Ch’ è piu ’l conforte, po’ che pri’ è ’l dolore.

………………………………………………
S’avien che la mi rida pure um poco
O mi saluti in mezzo della via,
Mi levo come polvere dal foco
O di bombarda o d’altra artiglieria.
Se mi domanda, subito m’affioco,

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