Page:Rousseau - Collection complète des œuvres t7.djvu/434

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Signor, dicea, senza tardar sen viene
Il vincitor esercito temuto ;
Ma facciam noi ci che a noi far conviene
Darà il Ciel, darà il mondo ai sorti ajuto.
Ben tu di Re, di Luce hai tutte piene
Le parti, e lunge hai visto e provveduto,
S’empie in tal guisa ogn’altro i proprj uficj ;
Tomba fia questa terra a’tuoi nemici.


Io quanto a me ne vengo, e del periglio ;
E dell’opre compagno ad aitarte.
Ciò che può dar di vecchia età consiglio,
Tutto prometto, e ciò che magica arte.
Gli Angeli, che dal Cielo ebbero esiglio
Costringerò delle fatiche a parte.
Ma dond’io voglia incominciar gl’incanti,
E con quai modi, or narrerotti avanti


Nel tempio de’Cristiani occulto giace
Un sotterraneo altare ; e quivi è il volto
Di colei, che sua diva, e madre face
Quel vulgo del suo Dio nato, e sepolto.
Dinanzi al simulacro accesa face
Continua splende : egli è in un velo avvolto ;
Pendono intorno in lungo ordine i voti,
Che vi portaro i creduli devoti,