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RACINE ET SHAKSPEARE

ralmente lo slile francese nel dire la comedia. Ma l’Italia piu appassionata, vuol piu fuoco con ugual nobiltà e non minore urbanità. Suquesta strada, la Marchioni sembra vicina alla perfezione.

A mio parere, la rinovazione chiamala romanticismo trova solamente a mordere, in quest’arte, alla declamazione tragica. Per la sua e nostra infelicita, imito tropo i Francesi il grand’Alfieri ; apunto cosi imitano tropo i recitanti di oltramonte, i nostri comici. Cantano tropo, gridano tropo, non parlano abbastanza recitando i de’Marini, i Blanès, i Righeti. Se quest’ultimo volesse parlare la parte di Aristodemo, se non gridasse sino a perdere la respirazione, avressimo veduta ultimamente degnamente recitata la sublime tragedia del piu grande dei viventi poeti.

Credo che col tempo la declamazione tragica italiana andera ogni giorno piu ravvicinandosi alla declamazione inglese e tedesca che mi par vicinissima alla perfezione, perche vicinissima alla maniera colla quale parlano questi quando agitati d’amore coll’amica o di sdegno parlando coll nemico. Questo passo e piu facile in Italia che allrove, particolarmente in Francia, e questo perche abbiamo ritenuta piu naturalezza e preso mene affettazione di quel che chiamano bon ton nella nostra maniera di far sentire i nostri sensi.

Ecco il nostro vantaggio, lo svantaggio nostro e che fuor di Firenze e di Roma si parla sulla scena pur tropo un’altra lingua che nella societa.