Page:Dante - La Divine Comédie, Le Purgatoire, trad. Ratisbonne, 1865.djvu/37

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Questa isoletta intorno ad imo ad imo
Laggiù, colà dove la batte l'onda,
Porta de’ giunchi sovra 'l molle limo.

Null' altra planta, che facesse fronda,
O indurasse, vi puote aver vita ;
Perocchè aile percosse non seconda.

Poscia non sia di qua vostra reddita :
Lo Sol vi mostrerà, che surge ornai,
Prendere 'l monte a più lieve salita.

Gosì sparì : ed io su mi levai,
Senza parlare, e tutto mi ritrassi
Al Duca mio, e gli occhi a lui drizzai.

Ei cominciò : Figliuol, segui i miei passi :
Volgianci indietro, che di qua dichina
Questa pianura a’ suoi termini bassi.

L’ alba vincéva l'ora mattutina,
Che fuggia ’nnanzi, sì che di lontano
Conobbi il tremolar della marina.

Noi andavam per lo solingo piano,
Com’ uom, che torna alla smarrita strada,
Che ’nfino ad -essa li pare ire invano.

Quando noi fummo, dove la rugiada
Pugna col Sole, e per essere in parte,
Ove adorezza, poco si dirada,

Ambo le mani in su l'erbetta sparte
Soavemente ’l mio Maestro pose :
Ond’ io, che fui accorto di sua arte,