Page:Rolland Vie de Michel-Ange.djvu/203

La bibliothèque libre.
Le texte de cette page a été corrigé et est conforme au fac-similé.
ANNEXES


XXIV

Voir page 166


Mentre che ’l mie passato m’ è présente.
Si come ogni or mi viene,
O mondo falso, allor conosco bene
L’errore e ’l danno dell’ umana gente
Quel cor c’ alfin consente
A tuo lusingi e a tuo van dilecti
Prochaccia ail’ alma dolorosi guai.
Ben lo sa chi lo sente,
Corne spesso promecti
Altrui la pace e ’l ben, che tu non ai
Ne debbi aver gia mai.
Dunche a men gratia chi piu qua soggiorna ;
Che chi men vive piu lieve al ciel torna.

(Poésies, CIX, 32)


XXV

Voir page 166–167


Chondocto da molt’ anni all’ ultim’ ore,
Tardi conosco, o mondo, i tuo dilecti.
La pace, che non ai, altrui promecti
Et quel riposo c’anzi al nascer muore.
La vergognia e ’l timore
Degli anni, c’or prescrive
Il ciel, non mi rinnuova
Che ’l vecchio e dolce errore,
Nel quai chi troppo vive
L’anima ancide e nulla al corpo giova.
Il dico e so per pruova
Di me, che ’n ciel quel solo a miglior sorte
Ch’ebbe al suo parto piu pressa la morte.

(Poésies, CIX, 34)
201