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Page:Bulletin de la société des sciences historiques et naturelles de la Corse, fasc. 352-354, février 1913.pdf/99

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et l’Élection de Pascal Paoli

mi, communità o Padri del Commune a quali fosse indirizzato l’ordine della marcia, e non l’eseguissero, per loro pure imponiamo la pena di cento lire, oltre la privazione dell’Ufficio ad arbitrio del Magistrato, quando non si giustifichi pienamente avanti di lui.

CAPITOLO X

Delle pene stabilite contro i rei d’omicidio.

Benchè tutte le leggi umane e divine si accordino a condannar l’omicidio, massimamente appostato, come il più enorme ed esecrando delitto, egli non di meno per fatal disaventura di questo Regno vi si è reso costante, famigliare, che vi si commette per li più leggieri motivi. La vita d’un uomo, che sulla terra è l’opera massima del braccio onnipotente d’un Dio, si distrugge tal volta per un vile interesse, per un capriccio, per un sospetto. Intanto sono conseguenze funeste d’un si orrendo disordine il discredito della Nazione, per tal motivo considerata dal mondo per una delle più barbare, l’incoltura delle campage e del traffico la negligenza delle scienze e dell’arti, le immicizie, vendette e le stragi, che si tirano dietro la decadenza delle famiglie, la distruzione delle provincie e lo spopolamento dell’Isola, mali tutti che avendovi regnato per molti secoli vi hanno sparsa un orribil desolazione, un perenne dilapidamento.

Ma per ben curare una malatia non basta conoscerla, fà d’uopo altresi scoprirne l’origine per potervi applicare confacenti i rimedii. Trè sono le cause che hanno familiarizato in Corsica l’omicidio : la prima un pregiudicio di mente che fà punto d’onore il risentimento, falsamente credendo che sia viltà di cuore il tollerare un ingiuria, e cher per disimpegnare l’onore