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dei sensi già stanchi ; ma per averne compagnia la notte r. Corne vedete, tutto ciô che il Maupassant scrive nella novelletta dal titolo Lui, ha il valore d’un documento autobiografico. Non vi pare ?

« Sperando di poter raccogliere su questo proposito una testimoniauza di più, mi recai, g-iorni or sono, ail’ J/hsrgo délie Palme, e cercai del proprietario signor Enrico Ragusa, il quale, essendo qualche cosa di più che un semplice albergatore, pensavo che dovesse aver notato nella vita dello scrittore francese, che stette in casa di lui un due settimane, qualcuna di quelle particolarità, che sfuggono a coloro cui non sono familiari, come al Ragusa, gli studî d’osservazione. E il signor Ragusa mi disse che il Maupassant g’iunse a Palermo il 28 aprile 1885, e rimase aile Palme sino alla nietà di maggio. Eg’li l’ accompagné un giorno, insieme con il Principino Scalea, a Selinunte, e serba il ricordo di una stranezza raccontata, con ing-enua disinvoltura, dal Maupassant durante la g’ita.

« Ecco qua. Una notte quel géniale scrittore usciva da un circolo, e stava per rincasare, quando, dall’alto d’uno di quei carrettoni l’immenso carico dei quali arriva quasi sino ai primi piani, cade fra i piedi del robusto oavallo e va sotto le ruote il carrettiere, che, mezzo ubbriaco, s’era forse addormito sopra la catasta dei sacchi ond’era pieno il carrettone. Il Maupassant, che trovavasi con un amico, accompagna in legno quel disgraziato all’ospedale ; ma, per via, il carrettiere vien meno, e il medico di guardia non potè che constatarne il decesso.

«E fin qui non c’ô nulla che possa arrecarci sorpresa. Lo strano comincia, quando il Maupassant prega il medico, che era un suo amico, acciocchè, ad anatomia fatta, volesse dargli un pezzo di carne di quel cadavere. Il domani, il medico lo contentô, e il Maupassant porto la carne a un cuoco, la fe’ cucinare e la mangio, per cavarsi una curiosità da antropofag-o. Egli potea dir quindi, per espe-