Page:Rousseau - Collection complète des œuvres t7.djvu/444

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La vergine tra’l vulgo usci soletta,
Non copri sue bellezze, e non l’espose ;
Raccolse gli occhi, andò nel vel ristretta,
Con ischive maniere, e generose.
Non sai ben dir, s’adorna, o se negletta,
Se caso, od arte il bel volto compose ;
Di Natura, d’Amor, de’Cieli amici
Le negligenze sue sono attificj.


Mirata da ciascun passa, e non mira
L’altera donna, e innanzi al Re sen viene ;
Né perche irato il veggia, il piè ritira,
Ma il fero aspetto intrepida sostiene.
Vengo, Signor (gli disse) e ’n tanto l’ira
Prego sospenda, e’l tuo popolo affrene :
Vengo a scoprirti, e vengo a darti preso
Quel reo che cerchi, onde sei canto offeso.


All’onesta baldanza, all’improvviso
Folgorar di bellezze altere e sante,
Quasi confuso il Re, quasi conquiso,
Frenò lo sdegno, e placò il fier sembiante,
S’egli era d’alma, o se costei di viso
Severa manco, ei diveniane amante ;
Ma ritrosa beltà ritroso core
Non prende : e sono i vezzi esca d’Amore.