Page:Voltaire - Œuvres complètes Garnier tome32.djvu/515

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��SONETTO DLL HE DE SI HO AVVOCATO ZAPPI.

La difesa di Lucrezia ’.

Che far polea la sventurata e sola
Sposa di Collalino, in tal periglio ?
Pianse, pregô, ma in vano ogni parola
Sparse, in vano il bel pianto uscï dal ciglio.

Corne a Colomba su cui pende artiglio,
Pendeale il ferro in sull’ eburnea gola :
Senza soccorso, oh Dio! senza consiglio,
Che far potea la sventurata e sola?

Morir, lo so, pria che peccar dovea;

Ma quando il ferro del suo sangue intrise,

Quai colpa in se la bella donna avea?

Peccô Tarquinio, e il fallo ei sol commise
In lei, ma non con ella : e!la fu rea
Allora sol che un’ innocente uccise 2 .

Que suis-je, dieux cruels ! Tempérament funeste,
Pourquoi sers-tu si bien un tyran que je hais?
Ne t’en applaudis pas, barbare, je déteste
Jusqu’au plaisir que tu me fais.

Le corne sono come i denti : al nascer
Fan malo, e poi si mangia con essi.

Padre, io sono amante. — È poco maie. —
Favellai qualche volta... — Innanzi, via. —
Strinsi al mio ben la mano. — È cortesia. —
Baciai il suo volto. — È cosa veniale. —
M’ immaginai goder. — Poco mi cale. —
Desiderai il piacere. — È una follia. —

3

Commover mi sentii. — Ù naturale. —


1. Il y a dans les OEuvres de Zappi : Si scusa Lucrezia.

2. Zappi, transportant les habitudes de sa profession dans la poésie, a fait un autre sonnet sur Lucrèce, où il soutient tout le contraire et conclut :

Incauta c stolta!

Ebbe in pregio il parer, non l’esser casta.

’■'>. Il y a ici un vers douteux, quelque chose connue : Cercai chi mi godessL’. — Io lo vorria. — Mais la leçon n’est pas certaine.